Paola - Forlì Cesena Trasgressiva

Paola - Forlì Cesena Trasgressiva

“Eccolo qua il tipico ragazzo medio italiano all aperitivo di rito”
Pensai mentre guardavo Umberto salutare conoscenti e urlare per una partita in tv.

Stavo comodamente seduto ad un tavolo con lui alla mia destra e la sua fidanzata,Paola,alla mia sinistra.
Mi avevano invitato a sedermi con loro,poco prima,mentre ordinavo da bere al bancone del bar.
Avevo accettato più che per la loro simpatia,per il piacevole e invitante sguardo di Paola,una ragazza non molto alta e con un fisico tonico,messo in risalto dall abitìno attillato nero,corto quanto bastava per ammirare le sue gambe abbronzate che rilucevamo esposte alle lampade del bar.

Hanno 23anni i miei ospiti e li conosco come si conoscono gli avventori abitudinari di un bar.

La gente tende ad invitarmi a stare con loro,anche ora,in cui i miei 40anni determinano una forte differenza di età,credo che sia perché so fare due cose bene,una delle quali è,ascoltare,l’altra la spiegherò più avanti nel racconto.

Abbiamo conversato fino all inizio della partita e il ginocchio di Paola ha sfiorato poi preso contatto continuo con la mia gamba.

Mentre lui si gode la partita,io ho appena messo la mia mano sulla coscia di Paola,mentre i nostri sguardi sono l uno negli occhi dell’altro.
Mantiene la calma e quando faccio passare il mio sguardo dai suoi seni piccoli e rotondi strizzati nell abitìno,alle sue gambe perfette,sorride un po’ imbarazzata.
Le sposto la gamba accavallata sotto il tavolo in modo lento ma deciso e sempre guardandola lascio scivolare la mano tra le sue gambe ora aperte sotto il tavolo,all inizio sfiorandole poi toccandole avidamente.

Riporto la mia attenzione su di lui
“Un altro giro?”dico
mentre penso”la tua ragazza è un fuoco e tu te ne stai qui a bere,perché non la senti la sua voglia di trasgredire il suo bisogno di essere portata a livelli di lussuria più alti”
“Sì certo !!!vado ad ordinare alla fine del primo tempo e passo al bagno”risponde lui.

La mia mano risale sulla morbida pelle di lei fino ad incontrare la stoffa delle mutandine,e il mio dito comincia a massaggiare il suo clitoride lentamente,dopo qualche secondo le sussurro di abbassare la testa in modo che i suoi capelli lunghi e castani le nascondano il rossore,provocato dal piacere.
Lei accende il cellulare e piega la testa in giù come se fosse intenta a leggere,invece comincia a godere,lo percepisco,gode per il mio tocco,per la situazione ambigua e perché nessuno a parte noi due in un bar pieno di gente,sa cosa sta succedendo sotto quel tavolo.

“Ok fine del primo!vado!lo stesso per voi?”Dice Umberto.
Rispondo che “si va benissimo”
Paola non ha sentito nulla,sto ridendo dentro di me.
“Amore ???”
Lei alza di colpo la testa con sguardo tra il colpevole è imbarazzato”si sì va bene”
“Quel cazzo di cellulare sempre in mano!”sbotta lui mentre si gira e parte un po’ barcollando per l alcool già ingurgitato.
Lei rialza la testa e mi guarda,non dice nulla ma ora il suo sguardo non è più imbarazzato è affamato.
Scostò il cotone della mutandine e faccio scivolare il mio dito sulle grandi labbra umide,le dischiudo piano e le infilo il dito dentro.
Lei tenta di dire qualcosa e le esce un gemito di piacere,per fortuna coperto dalla tv e dal chiacchiericcio.
“Ora ti farò venire,proprio qui in mezzo a tutti seduta su questa panca”
Il mio dito cerca il punto del suo godimento e la mia mano raccoglie il suo umore.
Lei cerca di toccarmi il cazzo ma la fermo.
“Lo vedi che è già duro vero?ma non puoi toccarlo io non te l’ho ordinato”

Questo è il momento in cui dichiaro la mia predisposizione a dominare e lei si eccita ancora di più,oramai è bagnata tanto che le dico di alzarsi il vestito in modo da non sporcarlo.

Esegue con foga tanto che vedo segni rossi sulle coscie dove le sue unghie hanno arpionato la gonna.

“Abbassa la testa sul cellulare”
Sussurro ma con tono imperioso.

“E ora vieni troietta”
Sto lavorando il punto che più la fà godere e,come ordinato,le sue gambe tremando stringono la mia mano per qualche secondo,per poi rilassarsi.
Toglie la mano che preventivamente aveva portato alla bocca per soffocare i gemiti e pronuncia molto poco finemente ma in modo molto veritiero
“Oh cazzzooooo!ma come…?”

“Ma come so ciò che desideri?”la anticipo…

“Si ma…ma come…chi cazzo sei?”chiede

“Calmati,pulisci la panca e risistemati,senza farti troppo notare….”
Mentre esegue
“Sono qualcuno a cui piace dominare e far godere,tutto qui,come ci riesco spetta a te capirlo”

“Dio mi sento una puttana…”dice

Ecco qua,il signor senso di colpa,che si presenta,penso…

“Perché in realtà tu poco fà hai fatto la mia puttana,ossia io ti ho sentito e te lo fatto provare cosa significa fare la mia puttana,ed è stato intenso vero?”

“Sss si è..è stato…è stato eccitantissimo forse la cosa più eccitante che mi sia capitata”risponde

“Paola sai una cosa io ti chiederò,anzi ti ordinerò ancora di fare la puttana e credo proprio che tu desiderai esserlo.
È un gioco mio e tuo,senza giudizi altrui”le dico mentre mi alzo

“Si io si…dove vai?”

“Una sigaretta”
Le dico mentre passo sulle mie labbra il dito che poco fa era in lei.







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